Lettera aperta dei rettori delle università di Gaza

Martedì, 5 Agosto, 2025 - 09:00
Le nostre sedi possono essere state rase al suolo, ma le nostre università continuano a esistere

Noi, rettori delle tre università non profit di Gaza — Al-Aqsa University, Al-Azhar University-Gaza e Islamic University of Gaza — che nel loro insieme accolgono la stragrande maggioranza degli studenti e dei docenti della Striscia, rivolgiamo questa dichiarazione unificata alla comunità accademica internazionale in un momento di devastazione senza precedenti per l’istruzione superiore a Gaza.

 

La guerra genocida in corso da parte di Israele ha portato a uno scolasticidio — un tentativo sistematico e deliberato di eliminare le nostre università, la loro infrastruttura, il corpo docente e gli studenti. Questa distruzione non è un danno collaterale: è parte di uno sforzo mirato a sradicare le fondamenta dell’istruzione superiore a Gaza — fondamenta che da tempo rappresentano pilastri di resilienza, speranza e libertà intellettuale in condizioni di occupazione e assedio. Sebbene le istituzioni accademiche in tutta la Palestina siano state attaccate da decenni, ciò a cui assistiamo oggi è un’escalation: un passaggio da atti distruttivi ricorrenti a un tentativo di annientamento totale.

 

Eppure, restiamo risoluti. Da oltre un anno ci siamo mobilitati e abbiamo adottato misure per resistere a questo assalto e garantire che le nostre università sopravvivano.
Nonostante la distruzione fisica dei campus, dei laboratori, delle biblioteche e di altre strutture, e nonostante l’assassinio di nostri studenti e colleghi, le nostre università continuano a esistere. Siamo più di semplici edifici — siamo comunità accademiche, composte da studenti, docenti e personale, ancora vivi e determinati a portare avanti la nostra missione.

 

Come affermato nella Dichiarazione d’emergenza unificata degli accademici e amministratori palestinesi del 29 maggio 2024, “le forze di occupazione israeliane hanno demolito i nostri edifici, ma le nostre università vivono ancora.”
Da oltre un anno, docenti, personale e studenti persistono nella nostra missione fondamentale — l’insegnamento — in condizioni inimmaginabilmente dure. Bombardamenti continui, fame, restrizioni all’accesso a internet, elettricità instabile e gli orrori quotidiani del genocidio non hanno spezzato la nostra volontà. Siamo ancora qui, continuiamo a insegnare e siamo ancora impegnati per il futuro dell’istruzione a Gaza.

 

Rivolgiamo un appello urgente ai nostri colleghi di tutto il mondo affinché si mobilitino per:
Un cessate il fuoco sostenibile e duraturo, senza il quale nessun sistema educativo può prosperare, e la fine di ogni complicità con questo genocidio.
Una mobilitazione internazionale immediata a sostegno e protezione delle istituzioni di istruzione superiore di Gaza, vitali per la sopravvivenza e il futuro a lungo termine del popolo palestinese.
Il riconoscimento dello scolasticidio come una guerra sistematica contro l’istruzione, e la necessità di un sostegno internazionale coordinato e strategico in partenariato con le nostre università per la resilienza e la ricostruzione delle nostre infrastrutture e comunità accademiche.

 

Ci appelliamo alla comunità accademica internazionale — ai nostri colleghi, istituzioni e amici — affinché:
Sostengano i nostri sforzi per continuare a insegnare e fare ricerca, sotto assedio e in mezzo alla perdita.
Si impegnino nella ricostruzione a lungo termine delle università di Gaza in partenariato con noi, nel rispetto della nostra autonomia istituzionale e della nostra indipendenza accademica.
Collaborino con noi. Entrino in contatto diretto e sostengano le istituzioni che continuano a incarnare la vita accademica e la resistenza intellettuale collettiva a Gaza.

 

Lo scorso anno abbiamo formalmente istituito il Comitato d’emergenza delle università di Gaza, che rappresenta i nostri tre atenei e i college affiliati — insieme accolgono tra l’80 e l’85% degli studenti universitari di Gaza. Il comitato esiste per contrastare il tentativo di cancellazione delle nostre università e per offrire una voce unificata alla comunità accademica gazawi. Ha inoltre istituito sottocomitati tematici per fungere da canali coordinati e affidabili di supporto.
Chiediamo alle comunità accademiche di tutto il mondo di organizzarsi per rispondere a questo appello. Il tempo della solidarietà simbolica è finito. Ora chiediamo una collaborazione pratica, strutturata e duratura.

 

Collaborate con noi affinché le università di Gaza continuino a vivere e restino parte essenziale del nostro futuro collettivo.

 

Prof. Dr. Ayman Sobh – Rettore dell’Università Al-Aqsa
Prof. Dr. Omar Milad – Rettore dell’Università Al-Azhar – Gaza
Prof. Dr. Asad Asaad – Rettore dell’Università Islamica di Gaza

14 luglio 2025

la risposta di roberto di pietra, rettore dell'università di siena

Gentilissimi

Prof. Ayman Sobh (President of Al-Aqsa University),

Prof Omar Milad (President of Al-Azhar University - Gaza),

Prof. Asad Asaad (President of the Islamic University of Gaza),

rispondo alla Vostra lettera aperta dello scorso 14 luglio 2025 in qualità di Rettore dell’Università di Siena leggendo e sostenendo un appello che racconta quanto stiamo vedendo e leggendo da settimane, mesi e ormai anni.

 

L’Università di Siena ha espresso con l’approvazione di proprie posizioni ufficiali il ripudio della guerra e della reazione assolutamente sproporzionata ai fatti del 7 ottobre 2023 messi in atto dall’organizzazione terroristica Hamas.

Lo abbiamo fatto con una mozione approvata all’unanimità dal Senato Accademico l’8 aprile 2024 sottolineando la nostra ferma “condanna per il massacro indiscriminato del popolo palestinese perpetrato dall’esercito israeliano” a seguito dell’attacco terroristico del 7 ottobre 2023. Lo abbiamo ripetuto con una seconda mozione del 16 luglio 2024, anch’essa approvata all’unanimità dal Senato Accademico, richiamando l’attenzione sulla ferocia e disumanità con cui l’esercito israeliano colpisce in modo inaccettabile la popolazione civile e i luoghi in cui essa cerca rifugio. In quella occasione abbiamo espresso il vivo auspicio che si possa pervenire alla soluzione dei Popoli due Stati chiedendo al Governo italiano il riconoscimento dello Stato di Palestina.

 

Nel contempo, l’Università di Siena in quanto parte della “Conferenza dei Rettori delle Università Italiane” (CRUI) ha aderito ad analoghe prese di posizione in favore del cessate il fuoco, del rilascio degli ostaggi e della fine del massacro nei confronti del popolo palestinese.

La reazione del Governo israeliano, del suo Presidente e dell’esercito israeliano ha ormai da tempo superato i limiti dell’azione militare contro Hamas per assumere i connotati, sempre più evidenti, del massacro della popolazione civile, dell’uccisione indiscriminata, del genocidio del popolo palestinese.

 

A Siena abbiamo utilizzato la parola genocidio in occasione di un incontro organizzato il 12 giugno 2024 dai Rettori delle due Università cittadine (Università per Stranieri di Siena e Università degli Studi di Siena) insieme alla giornalista Rula Jebreal. In quel momento l’utilizzazione di quel termine ha suscitato reazioni e fatto emergere una serie di distinguo che ora a più di un anno di distanza non lasciano dubbi sulla portata di quello che il Governo israeliano, il suo Presidente e l’esercito israeliano stanno perpetrando in modo sistematico nel tentativo ormai evidente di eliminare Hamas attraverso l’eliminazione del popolo palestinese. Si può discutere su cosa significhi storicamente il termine genocidio e tuttavia nella sostanza e nella prospettiva attuale quello che sta accadendo nella striscia di Gaza corrisponde al tentativo di eliminare il popolo palestinese.

 

Come persona, prima ancora che come Rettore dell’Università di Siena, rinnovo con forza la richiesta per la cessazione di questa insensata e disumana carneficina. Spero che gli sforzi per il raggiungimento di un cessate il fuoco duraturo e definitivo raggiungano questo risultato il più presto possibile.

L’Università di Siena è da mesi in attesa di potere accogliere alcuni suoi studenti e studentesse a Siena dopo avere deliberato l’istituzione di più di 15 borse di studio per loro nell’ambito del programma “Just peace” e della specifica delega per i “Rifugiati provenienti da aree di crisi” e con la collaborazione di importanti istituzioni della città di Siena (Fondazione Monte dei Paschi di Siena). Da mesi siamo in contatto con i nostri studenti e studentesse in attesa che ottengano il “visto” per l’Italia e poi possano essere riuscire a lasciare Gaza. Uno sforzo simile e più ampio è stato definito dalla CRUI con la definizione e il coordinamento di circa cento borse di studio in favore di studenti e studentesse provenienti dalla Palestina (progetto IUPALS).

 

L’Università di Siena considera nella propria missione il mantenimento dei rapporti istituzionali con tutte le Università del mondo proprio allo scopo di creare ponti e canali di collaborazione e di solidarietà nei confronti di altre comunità universitarie che soffrono e hanno bisogno di sostegno, ma anche di comunità che possono essere il lungo del dissenso nei confronti della insensatezza della guerra e del massacro di persone inermi (proprio lo scorso 15 luglio abbiamo rinnovato un Memorandum of Understanding con la Hebron University).

 

Sono sicuro che l’Università di Siena e il sistema delle Università italiane che aderiscono alla CRUI darà il suo appoggio per la ricostruzione delle Università di Gaza quando questo insensato massacro sarà stato fermato con il conseguimento di uno stop definitivo delle azioni di violenza, con il rilascio degli ostaggi, con l’arrivo costante di cibo e aiuti per la popolazione civile palestinese, con il ristabilimento di condizioni di vita e convivenza degne della persona umana.

 

Prof. Roberto Di Pietra

Rettore

Università di Siena

4 agosto 2025