Convegno "Global latin II"

Lunedì, 5 Settembre, 2022 (All day) a Venerdì, 9 Settembre, 2022 (All day)
Convegno "Global latin II"
Latin as a vector of Cultural Exchange beyond Europe
“Global latin II. Latin as a vector of Cultural Exchange beyond Europe”

 

Convegno

"Global latin II" – 5-6 settembre, Santa Chiara Lab, via Valdimontone, 1 – Siena

“Roma Sinica III” 7-9 settembre, aula Savi, Orto botanico, via L. Ghini, 13 – Pisa

 

Diretta streaming: 

 

Dal 5 al 9 settembre, a Siena e Pisa, si terrà il convegno “Global latin II. Latin as a vector of Cultural Exchange beyond Europe”,  dedicato al Latino come lingua di scambio intellettuale e scientifico fra Europa ed Estremo Oriente nei secoli XIII-XVIII.

 

La settimana di studi, ad ingresso libero, è coorganizzata dal Centro Interuniversitario Studi Comparati "I Deug-Su " UNISI-UNSTRASI con sede al dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne dell’Università di Siena, Università di Pisa e Università di Toronto.

 

Il convegno, dal titolo Global latin II. Latin as a vector of Cultural Exchange beyond Europe, si terrà dal 5 al 6 settembre al Collegio Santa Chiara dell’Università di Siena e proseguirà, dal 7 al 9 settembre, all’Orto botanico di Pisa con il titolo “Roma Sinica III. Languages of Science between Western and Eastern Civilizations”. 

 

Per informazioni:

Lo scambio che si è sviluppato fra Asia orientale ed Europa alle soglie dell’età moderna è uno dei più impressionanti movimenti di culture documentati nella storia umana e ha prodotto un incremento ineguagliato di conoscenze la cui portata è stata finora sottovalutata, anche per la difficoltà di accesso alle fonti.

 

I protagonisti di questo miracolo interculturale furono inizialmente i mercanti come Marco Polo e i missionari come, dal XIII secolo, i francescani Giovanni di Pian del Carpine – il primo a fare storia dei Mongoli -  e Odorico da Pordenone – il primo a descrivere il Tibet –, dal XVI gli intellettuali gesuiti come Matteo Ricci, Adam Schall, Martino Martini, Michael Boym. Grazie a queste ondate di viaggiatori, partiti dietro la spinta iniziale di interessi commerciali o religiosi, abbiamo i primi resoconti europei autoptici di storia e costumi dei popoli mongoli, cinesi e giapponesi e, dal XVI secolo, l’inizio di quella che Geoffrey Gunn ha chiamato ‘prima globalizzazione’.

 

Attraverso i gesuiti giunsero in Cina e Giappone, resi accessibili in traduzioni cinesi, giapponesi o latine, centinaia di trattati greci e latini di geometria e di matematica, di botanica e di idraulica, di meccanica e di astronomia (incluso Galileo), e di converso arrivarono in Europa, spesso in testi latini, le prime informazioni attendibili sulla cultura cinese, sulla morale confuciana come sulla storia dei Tartari o sulla fauna e flora locali, dando origine alla sinologia europea.

 

Adriano Prosperi ha definito questo periodo “Il grande secolo dell’impresa d’Oriente”, esito dell’“ambizione smisurata di un corpo religioso determinato a portare la fede cristiana in tutto il mondo con la sola forza dell’intelligenza e del dialogo” costruendo una rete mondiale di contatti collegati fra loro da una fitta rete epistolare, in latino e nelle lingue moderne. Questo processo favorì a suo avviso la “scoperta della diversità” e la relativizzazione della coscienza europea, ma fu visto con sospetto dalla curia papale, scatenando la cosiddetta “controversia dei riti” brutalmente conclusa con una bolla di Benedetto XIV nel 1742.

 

 Lo stop istituzionale restituì al proprio isolamento i due spazi di civiltà che avevano imparato a dialogare, e che si incontreranno nuovamente nel periodo di scontri coloniali. Ma dei secoli di pacifica interazione rimangono migliaia di documenti, molti dei quali in un latino moderno che non rientra nei programmi dei licei ma si fa carico di trasmettere in una lingua mondiale conoscenze preziose su terre e popoli sconosciuti agli Europei. Su questo immane e sottostimato fenomeno storico-culturale lavorano da pochi anni équipe scientifiche di tutto il mondo, e in Italia il gruppo di Roma Sinica a Torino (Andrea Balbo) e Pisa (Chiara Ombretta Tommasi).

 

A Siena il Centro Interuniversitario di Studi Comparati « I Deug-Su» del dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne (ora in convenzione con UNISTRASI) ha sviluppato nel 2021 per il programma regionale Giovani Sì, la biblioteca digitale Eurasian Latin Archive, diretta da Francesco Stella e gestita da Emmanuela Carbé del DFCLAM, che raccoglie e analizza le numerose  fonti in latino e latino-cinese (o giapponese), mentre finanziamenti e collaborazioni di Seoul hanno reso possibile la pubblicazione di documenti inediti sull’evangelizzazione e le persecuzioni anticristiane della Corea di XIX secolo, raccolti nella collana Hagiographica Coreana.

 

Presto tutto questo patrimonio confluirà con testi greci e indiani nella nuova banca dati del progetto FISR SERICA delle università di Pisa e Torino, in collaborazione con Siena e Napoli.

 

La prossima settimana a Siena (Santa Chiara Lab, 5-6 settembre) e Pisa (aula Savi dell’Orto Botanico, 7-9 settembre) saranno presentati i primi risultati : 40 esperti di tutto il mondo, compresi Cina, Giappone, Corea, Israele, Australia, Stati Uniti, esporranno agli studiosi in presenza o collegati al canale youtube del DFCLAM le novità della loro ricerca su quella massa inesplorata di documentazione latina, che per alcuni secoli rappresentò il più intenso strumento di dialogo intellettuale e scientifico fra la civiltà europea e le civiltà dell’Estremo Oriente.