L'aumento dei lanci satellitari e delle attività in orbita richiede innovazioni nelle tecnologie di raccolta dell'energia solare a basso costo per l'impiego nello spazio.
Il progetto “Jump into Space”, finanziato dall'UE e coordinato dalla professoressa Francesca Brunetti del dipartimento di Ingegneria Elettronica, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, mira a creare celle solari ad alta efficienza, leggere e flessibili utilizzando celle solari tandem avanzate interamente in perovskite.
L’Università di Siena è partner del consorzio “Jump into Space”. Il team Unisi, composto dalle professoresse del Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia Adalgisa Sinicropi e Maria Laura Parisi e dalla dottoressa Mercy Kipyator, si occupano di verificare, utilizzando un approccio basato sul Life Cycle Assessment, l’impatto dei materiali e delle tecniche di fabbricazione sull’intero ciclo di vita del dispositivo fotovoltaico.
Queste nuove celle solari contribuiranno a raggiungere un'efficienza del 30% e a superare gli attuali limiti tecnologici. I ricercatori cercheranno di creare un substrato fotonico unico che migliori la cattura della luce, fornisca protezione dalle condizioni spaziali e sia stabile alle radiazioni e all'ossigeno atomico. Queste celle solari saranno testate per garantire elevata potenza e stabilità in condizioni di orbita bassa. La tecnologia promette di trasformare l'energia solare spaziale, supportando vari veicoli spaziali e potenzialmente fornendo energia continua alla Terra dallo spazio.
Il consorzio “Jump into Space” comprende 4 università (Roma Tor Vergata, Torino, Siena, Instituto de Desenvolvimento de Novas Tecnologias, UNINOVA), 3 organizzazioni di ricerca e tecnologia (Helmholtz Zentrum Berlin, HZB; Office National d’Etudes et de Recherches Aerospatiales, ONERA; Commissariat a l’energie atomique et aux Energies Alternatives, CEA) di fama internazionale e 1 PMI (Saule Technologies) di 5 paesi dell'UE (Italia, Germania, Francia, Portogallo, Polonia), le cui competenze spaziano dalla sintesi dei materiali alla produzione di celle a perovskite flessibili, attraverso tecniche di deposizione diversificate e versatili; dalla caratterizzazione avanzata di materiali e dispositivi alla modellazione optoelettronica e alla valutazione del ciclo di vita; da protocolli di test completi per simulare le condizioni operative nello spazio alla simulazione della degradazione. Le competenze dei partner sono sinergiche tra loro e coprono tutti gli aspetti necessari per garantire il raggiungimento degli obiettivi del progetto. Questa sinergia sarà rafforzata da soggiorni di ricerca e visite tra le organizzazioni coinvolte nel progetto. Tutti i partner del consorzio possiedono strutture di alto livello, pertinenti allo svolgimento dei compiti loro assegnati. Ciò si traduce in un'infrastruttura unica a disposizione di tutti i partner.
“Jump into Space” fa parte del portfolio EIC Pathfinder "In Space Solar Energy Harvesting", finanziato dal Consiglio Europeo per l'Innovazione (EIC), un'iniziativa visionaria che unisce nove progetti all'avanguardia per rivoluzionare il modo in cui l'energia solare viene raccolta, trasmessa e utilizzata nello spazio.
I progetti selezionati provengono dal bando WP2023 "In Space Solar Energy Harvesting", definito e sviluppato sotto la guida del Program Manager per i Sistemi e le Tecnologie Spaziali, Stela Tkatchova. Il bando riguarda lo sviluppo di concetti, metodi e tecnologie per nuovi tipi di antenne, rectenne, conversione dell'energia solare, trasmissione di energia via microonde o laser, e il suo utilizzo per la propulsione ecologica nello spazio.
Foto:
Il consorzio “Jump into Space”, con (al centro in prima e seconda fila) le professoresse Adalgisa Sinicropi e Maria Laura Parisi
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