Presentazione del volume “Filodemo, De signis"

Martedì, 30 Gennaio, 2024 - 16:00
Presentazione del volume “Filodemo, De signis. Sui fenomeni e sulle inferenze semiotiche”
“I libri del centro AMA”
Presentazione del volume “Filodemo, De signis. Sui fenomeni e sulle inferenze semiotiche”

Presentazione del volume “Filodemo, De signis. Sui fenomeni e sulle inferenze semiotiche” (ETS, Pisa)

30 gennaio, ore 16, aula 468 del Complesso didattico San Niccolò, via Roma 56 - Siena

Prevista la diretta streaming:  https://meet.google.com/duq-vfhk-orw

 

 

Il 30 gennaio, alle ore16, nell’aula 468 del Palazzo San Niccolò, si terrà la presentazione del volume “Filodemo, De signis. Sui fenomeni e sulle inferenze semiotiche” (ETS, Pisa), a cura di Giovanni Manetti e Daniela Fausti. Ne discuteranno con gli autori Alessandro Linguiti, Professore di Storia della filosofia antica all’Università di Siena e Gianluca Del Mastro, Professore di Papirologia presso l’Università della Campania «L. Vanvitelli». 

 

Databile intorno al 40 a.C., il De signis è il primo libro completo di Semiotica della storia, fortunosamente recuperato da un papiro carbonizzato, in seguito all’eruzione del Vesuvio, che seppellì Ercolano e Pompei nel 79 d. C. Si pone all’origine di una catena ininterrotta di studi sui segni, e sulle inferenze che da essi si possono trarre, che dall’antichità, attraverso le teorie semiotiche del Medioevo e sei-settecentesche, giunge fino a Charles Sanders Peirce (massimo studioso di semiotica del secolo XIX) e ai giorni nostri.

In questo trattato Filodemo riporta un dibattito, molto complesso e ad un livello decisamente elevato, sviluppatosi tra Epicurei e Stoici sul metodo dell’inferenza segnica e sulla sua sicurezza epistemica. La novità della proposta epicurea – anche rispetto alle precedenti trattazioni di Aristotele e degli Stoici antichi - consisteva nel fatto che i filosofi del Giardino proponevano un metodo vero e proprio per costruire un’inferenza semiotica, la similarità tra antecedente e conseguente in un condizionale, mentre Aristotele e gli Stoici avevano proposto di fatto solo un test per verificarne la tenuta logica, ma non avevano detto nulla sul possibile parametro di costruzione delle inferenze semiotiche. Inoltre, come il primo editore del trattato, Theodor Gomperz, nel 1865 aveva sottolineato, il metodo degli epicurei può essere definito come “induttivo”, e si poneva, nel periodo in cui il trattato fu redatto, come elemento di forte rottura in un panorama scientifico dove dominava il metodo deduttivo. E sotto questo aspetto il De signis si presenta come anticipatore del metodo che Francesco Bacone e Galileo Galilei avrebbero sviluppato nel diciassettesimo secolo.

 

L’evento, promosso dal Centro Ama – Antropologia del mondo antico e dal dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne, si inserisce nell’ambito del ciclo “I libri del centro AMA”, coordinato dal professor Simone Beta.