Gli interessi di ricerca si sono rivolti principalmente al commento storico-letterario e all' analisi filologica dei testi medici antichi (da Ippocrate a Dioscoride) e di altri anonimi trasmessici dai papiri, con particolare attenzione a temi di botanica (Ricerche sul lessico botanico dei papiri medici, in Specimina per il Corpus dei papiri Greci di Medicina, 2004 e Osservazioni sul lessico botanico nei testi medici, 2004).
Ha studiato vari aspetti della farmacologia antica a partire dal Corpus Hippocraticum (La farmacologia nel trattato ippocratico ‘De locis in homine’ 2015) e le relazioni fra quest’ultima e la situazione ambientale (L’importanza dell’ambiente nella farmacologia e nella botanica antiche 2012) e i rapporti fra medicina razionale e medicina magica, tema oggetto di varie pubblicazioni (Farmaci ed amuleti: ai confini del razionale nella medicina antica 2015; La farmacologia antica: un ponte fra irrazionale e razionale 2017; Farmacologia e medicina popolare: un rapporto complesso 2017). Ha inoltre analizzato i legami fra l’illustrazione botanica naturalistica degli antichi e quella cinquecentesca, Erbari illustrati su papiro e tradizione iconografica botanica (2004). Dal punto di vista linguistico ha approfondito i rapporti fra alcune traduzioni del De materia Medica, da quelle umanistiche della fine del XV secolo a quelle del XVI, Su alcune traduzioni cinquecentesche di Dioscoride: da Ermolao Barbaro a Pietro Andrea Mattioli, 2010.
Ha condotto ricerche su i segni non verbali utilizzati nell’elaborazione della prognosi all’interno dei testi ippocratici e l’inferenza per similarità, ricerche che hanno prodotto contributi per vari convegni internazionali (Modelli espositivi relativi alla prognosi nel Corpus Hippocraticum (Prorretico 2, Malattie 1-3, Affezioni, Affezioni Interne, Prognosi di Cos) del 2005 e Il segno e la prognosi nel Corpus Hippocraticum (Prognostico e Prorretico I e II) 2008; Analogical Method, Experiment and Didacticism in the Hippocratic Treatises On Generation/On the Nature of the Child/Diseases 4 2010). Sul versante filosofico il campo di interesse si è rivolto alla tradizione epicurea con lo studio di opere di Filodemo di Gadara anche in rapporto alle teorie mediche (La sezione di Bromio del De signis: il dibattito sulla vaghezza del concetto di similarità (in collaborazione con G. Manetti), 2011 e La presenza del linguaggio medico nel ‘De signis’ di Filodemo, 2012).
Un altro campo di indagine è rappresentato dagli interessi erodotei. Oltre ad aver curato la traduzione di Erodoto per la BUR (2001), ha condotto ricerche di storia della cultura e della tradizione classica analizzando in generale la fortuna dell’autore e in particolare di alcuni episodi, anzitutto Gige e Candaule nella produzione teatrale (dal melodramma seicentesco in poi) e nella tradizione iconografica (La novella di Gige e Candaule (tradizione letteraria e iconografia), 1991.
Ha partecipato con relazioni a convegni organizzati da università italiane (Siena, Firenze, Pisa, Trieste, Ancona, Torino, Parma. Roma, Macerata) e straniere (Parigi, Leiden, Newcastle, Besançon, Lille, Saint Étienne).