La Prof.ssa Elena Petricci ha conseguito il dottorato di ricerca in scienze farmaceutiche presso l'Università di Siena (Italia) nel 2004 lavorando con il professor Maurizio Botta lavorando alla sintesi in fase solida ed in soluzione assistita da microonde di nucleosidi bioattivi. Durante i suoi studi di dottorato ha lavorato presso il gruppo di ricerca del Professor Pierre Vogel presso l'École Polytecnique Fédérale de Lausanne (SW) come visiting PhD student, lavorando sulla sintesi di azazuccheri. Nel 2004 ha avuto un Assegno di Ricerca prsso l'Università di Siena nel gruppo del Prof. Federico Corelli lavorando allo sviluppo di nuove metodologie sostenibili per la sintesi di molecole bioattive.
Elena ha iniziato la sua carriera indipendente come Ricercatore presso l'Università di Siena nel 2006. Nel 2008 ha lavorato come visiting researcher presso la Karl Franzens University di Graz (AU) nel gruppo di ricerca del Prof. O. C. Kappe, lavorando su microonde e processo di flusso. Nel 2009 ha trascorso un anno presso lo Scripps Reasearch Institute di San Diego (CA), nel gruppo di ricerca del Prof. PS Baran lavorando sulla sintesi totale di stephacidine e herquiline A e B. Da luglio 2019, è professore associato di Chimica organica presso l'Università di Siena.
I suoi interessi di ricerca riguardano: Aminocarbonilazioni catalizzate da ferro e idroformilazione di alchini e alcheni; aminazione riduttiva catalizzata da ferro. Uso del Pd e del Ru come catalizzatori in processi di borrowing-hydrogen e in reazioni di trasferimento dell'idrogeno nei protocolli domino e tandem in mezzi di reazione ecologici (i.e. derivati da biomasse). Catalisi micellare. Sviluppo e sintesi di nuovi inibitori dei processi di riparazione del DNA attivi sul complesso MRN. Sviluppo e sintesi di nuovi agonisti e antagonisti di Smo e Gli-1 quali potenziali antitumorali. Sviluppo e sintesi di nuovi agenti antitubercolari. Dal 2014: sviluppo e sintesi di nuovi Antibody Drug Conjugates (ADC). Sviluppo di nuovi inibitori della 4-HPPD per il trattamento della malattia rara da alkaptunuria. A partire dal 2018 si occupa di sviluppo di bioplastiche e materiali per packaging a partire da scarti di agroforestali e marini (i.e. ricci di castagne, alghe).