Il corso si propone di analizzare l’interpretazione della religiosità greca antica fornita nei suoi scritti da Simone Weil (1909-1943), che riveste particolare interesse, costituendo un’eccezione rilevante nella filosofia contemporanea della religione. Per la grande filosofa e mistica francese, a differenza di quanto generalmente avviene a partire dall’Umanesimo, fra la religione ed il pensiero greco fino a Platone ed il cristianesimo non sussiste alcuna cesura e vi è, anzi, una filiazione diretta del cristianesimo delle origini dalla grecità arcaica. Tale originale visione (che si contrappone polarmente a quella di Nietzsche, anche sotto il profilo, per così dire, teologico-politico, palesando lo stigma inconfondibile dell’Epoca) comporta una svalutazione dell’usuale rapporto stabilito dalla teologia fra giudaismo e cristianesimo e mette capo ad un’affascinante e problematica genealogia delle origini della civiltà occidentale, la cui deriva post-platonica e post-costantiniana sarebbe all’origine della catastrofe vissuta dall’Europa del XX secolo, con il predominio della forza, della guerra e dello sfruttamento di classe, su quell’amore che, per Simone Weil, procede direttamente dalla “divina mania” platonica per incarnarsi definitivamente nel Cristo.