Il corso intende partire dal classico rapporto del diritto con la differenza sessuale che è stato tradotto nella cd. questione femminile. Nella prima parte del corso saranno analizzati i diversi strumenti giuridici di cui il diritto internazionale e, in particolar modo, il diritto dell’Unione europea ma anche gli ordinamenti nazionali si sono serviti per affrontare la questione di “genere” al lavoro, intesa come tutela e promozione della donna nella dimensione pubblica del lavoro. Parità, tutela antidiscriminatoria, azioni positive e politiche attive occupazionali, sono alcuni degli istituti esaminati in questa parte del corso. Nella seconda parte, attraverso delle letture dei testi consigliati, il corso offre una diversa prospettiva arricchita dalla differenza sessuale intesa come diverso, ma ugualmente rilevante, modo -quello maschile e quello femminile-, di stare al mondo e nel mondo del lavoro in particolare. La presenza in massa delle donne nei luoghi di lavoro sta ribaltando l’approccio classico del diritto attraverso la forzatura dei suoi confini per far entrare nuove parole, nuove pratiche politiche e proposte giuridiche che avanzano una diversità del modo femminile di lavorare e di intendere le regole giuridiche in gioco. L’ultima parte del corso si concentrerà nell’analisi di alcuni esempi concreti avanzati da uomini e donne che parlano del lavoro che cambia e che portano la loro differenza sessuale per ripensare da essa l’organizzazione del lavoro, i rapporti sindacali e l’assetto giuslavoristico in generale. Questi esempi ci diranno se e quanto oggi la differenza sessuale chieda al diritto un ripensamento di se stesso e dei suoi strumenti giuridici. L’ottica del lavoro –come luogo essenziale e politico della contraddizione dei rapporti fra i sessi- ci offre un prisma privilegiato dal quale osservare l’emersione di nuovi conflitti e di nuove sfide che il rapporto fra il diritto e la differenza sessuale non possono più rinviare.