L’oggetto tra arte e industria: dall’Esposizione Universale di Londra alla Scuola di Ulm (1851-1968)
Il corso analizzerà l’evoluzione della produzione di oggetti e arredi dalla metà dell’Ottocento agli anni Sessanta del Novecento, percorso che avviene all’insegna del rapporto, sempre dibattuto e spesso problematico, tra arte, artigianato e industria, e che è all’origine della moderna concezione del design.
Tale percorso verrà affrontato attraverso l’analisi delle principali tappe teoriche e realizzative: dalle radicali posizioni di Morris nella seconda metà dell’Ottocento, che escludono ogni intervento della macchina, ai progressivi avvicinamenti tra arte e industria nell’ambito dell’Art Nouveau e della Secessione viennese a cavallo del secolo, fino alla programmatica alleanza propugnata dal Deutsche Werkbund e infine attuata negli anni Venti, grazie anche al contributo delle avanguardie (futurismo, cubismo, De Stijl), nel Bauhaus tedesco e nel Vchutemas sovietico, e sviluppata nei decenni successivi a livello internazionale con differenti modalità espressive e produttive, dagli Stati Uniti all’Italia, dalla Scandinavia alla Germania del dopoguerra (Scuola di Ulm).
Verranno inoltre fornite sintetiche nozioni sulla produzione architettonica tra metà Ottocento e metà Novecento, indispensabili per una piena comprensione del percorso relativo alle origini, alla nascita e alla diversificata diffusione dell’industrial design, e del relativo dibattito a livello teorico.