Eccezionali ritrovamenti ad opera degli archeologi dell’Università di Siena

Durante la campagna di scavi che si è conclusa a Natale,  quasi cento papiri, testi scritti su cocci (ostraka) e statue di faraoni e sacerdoti di eccezionale interesse artistico e storico sono venuti alla luce a Dionysias, in Egitto, a 100 kilometri a sud del Cairo, grazie al lavoro degli archeologi del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell'Università di Siena, impegnati da molti anni in scavi e attività di ricerca archeologica sulla sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, in Grecia, Giordania, Egitto, Tunisia, Algeria e Marocco.

 

Le missioni, organizzate nel 2012 dal professor Emanuele Papi sul sito archeologico di Dionysias (un centro fondato in età tolemaica, nel III secolo a.C., che continuò la sua lunga esistenza fino al VI secolo d.C.) hanno portato alla luce ritrovamenti importanti.

 

L'applicazione di tecnologie avanzate ha rivelato strade, isolati, case, e sacelli costruiti intorno al tempio dedicato a Sobek, il dio coccodrillo. Il tempio dedicato a Sobek è uno dei meglio conservati di tutto l'Egitto. Le ricognizioni di superficie hanno identificato decine di oleifici su cui si basava l'economia della regione; le indagini nel tempio hanno scoperto numerose stanze segrete dietro le pareti e dentro i muri, e cripte nascoste sotto i pavimenti, con complessi percorsi e sistemi di chiusura

 

Nelle immagini: statua di un faraone (testa); esterno del tempio del dio Sobek, statua di un sacerdote (testa) e uno dei papiri ritrovati dagli archeologi del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell'Università di Siena nel sito archeologico di Dionisyas in Egitto.