"Alimentazione, diritti e religioni": evento per Expo 2015

Mercoledì, 3 Giugno, 2015 - 17:00
Alimentazione, diritti e religioni thumb
L'incontro è aperto agli studenti e alla cittadinanza
Alimentazione, diritti e religioni

 

"Alimentazione, diritti e religioni. Questioni sociali e mercato alimentare nella società multiculturale": evento del ciclo "Il nostro cibo. La nostra storia, il nostro futuro"

3 giugno, ore 17.00, Cortile del Rettorato, Banchi di Sotto, 55 - Siena

 

Il 3 giugno, alle ore 17.00, presso il Cortile del Rettorato dell'Università di Siena, si terrà l'evento "Alimentazione, diritti e religioni. Questioni sociali e mercato alimentare nella società multiculturale"

 

Intervengono:

  • Marco Ventura, dipartimento di Giurisprudenza Università di Siena, Introduzione,
  • Maria Chiara Giorda, dipartimento di Scienze umane per la formazione “Riccardo Massa" e dipartimento di Sociologia e ricerca sociale, Università di Milano Bicocca, Cibo e religione: una lettura storico-antropologica,
  • Antonio Chizzoniti, dipartimento di Scienze giuridiche, Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza, Cibo e religione: dalla libertà religiosa alla libertà di mercato,
  • Sonia Carmignani, dipartimento di Giurisprudenza, Università di Siena, Conclusioni

 

L'evento è organizzato da USiena Expo 2015, USiena Welcome e Siena 2015 capitale italiana della cultura.

 

 

 

Tema e struttura dell’incontro

Il rapporto tra cibo e religione solleva questioni di crescente importanza per la società occidentale secolarizzata e multiculturale.

L’incontro si propone si approfondire da un lato la dimensione storico-antropologica della sfida, e dall’altro le sue implicazioni giuridiche. Una storica e un giurista, entrambi esperti di teoria e pratica dell’incontro tra cibo e religione, presenteranno i problemi e illustreranno le possibili soluzioni per il miglior equilibrio tra eguaglianza e diversità, mercato e diritti.

Profilo e abstract dei relatori

Antonio Chizzoniti

Profilo
Antonio Chizzoniti è direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche, Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza e docente di diritto ecclesiastico. Ha sviluppato e diretto dal 1997 al 2013 l’Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose,  www.olir.it. Ha pubblicato vari scritti in tema di cibo e religione. In particolare ha curato con Mariachiara Tallacchini il volume Cibo e religione: diritto e diritti (Libellula edizioni, 2010) di cui è in preparazione una nuova edizione.

 

Abstract. Cibo e religioni. Dalla tutela della libertà religiosa, alla libertà di mercato.
Il diffuso pluralismo religioso e l’aumento di attenzione per i temi legati al cibo hanno sviluppato un consistente interesse, anche al di fuori degli addetti ai lavori, per i complessi normativi alimentari che caratterizzano, in alcuni casi in maniera decisiva, i dettami e le pratiche di molte confessioni religiose. I divieti alimentari ed il digiuno del ramadan islamici, la kasherut ebraica, le scelte vegetariane induiste e buddhiste, le indicazioni salutiste degli avventisti del 7° giorno, ma anche le regole su astinenza e digiuno di cattolici e ortodossi, per non parlare dell’uso rituale del cibo: non esiste religione che non proponga un qualche consiglio o regola ai propri fedeli circa i comportamenti alimentari. Così che l’esercizio della libertà religiosa di molti fedeli passa oggi per la possibilità di adeguare la propria dieta personale ai dettami alimentari della confessione di appartenenza. Ma la sempre più ampia domanda di cibo religiosamente conforme ha fatto emergere nuovi interrogativi quali ad esempio la necessità/opportunità di predisporre per questi alimenti appositi disciplinari e marchi riconosciuti dalle singole religioni, temi direttamente correlati con le attività di produzione, distribuzione e commercializzazione. Viene così in rilievo la valenza economica di questo peculiare settore del mercato alimentare di non facile regolamentazione e in parte inconciliabile con le regole comuni della produzione alimentare.

 

 

Maria Chiara Giorda
Profilo
Studiosa e docente di Storia delle religioni, ha conseguito il dottorato di ricerca in Sciences Religieuses all’Ecole Pratique des Hautes Etudes della Sorbonne di Parigi: si occupa di pluralismi religiosi e dell’incidenza delle religioni negli spazi pubblici. E' coordinatrice scientifica della Fondazione Benvenuti in Italia, per la quale dirige attività e progetti sul ruolo pubblico delle religioni e sul rapporto tra cibo e religione, in particolare nelle mense pubbliche. E’ assegnista EXPO 2015 all’Università Milano Bicocca per un progetto di ricerca su mense scolastiche e pluralismo religioso. Tra le sue ultime pubblicazioni, Religioni ed economie (Mimesis, 2014) e, con Sara Hejazi, Luoghi e spazi sacri (Morcelliana, Humanitas, 2014) e Monaci senza Dio (Mimesis, 2014).

 

Abstract. Cibo e religioni: una lettura storico-antropolgica.
Il cibo deve essere considerato come l’espressione dello status sociale degli individui, e delle identità religiose e culturali; l’appetito biologico è sempre culturalmente determinato. Ogni pratica alimentare riflette i valori culturali e sociali della comunità e le sue condizioni economiche. Nella nostra società il dato religioso occupa uno spazio importante, rintracciabile in forme di credenze variegate e difformi; non è un caso che la cucina etnica sia sempre più diffusa. Ancora, il cibo può essere considerato un catalizzatore di globalizzazione in ragione del suo significato e del simbolismo culturale ad esso legato. Occorre quindi esplorare quali culture (e religioni) costruiscano l’identità alimentare di oggi in un tempo caratterizzato dalle reti, da identità plurime, dagli scambi. Spazio materiale e mentale fatto di modelli di vita e di cultura, di oggetti e saperi, di uomini e abitudini, l’alimentazione è una metafora delle sfide del nostro tempo. La questione sociale del rapporto tra alimentazione e società multiculturale emerge in mille modi. L’organizzazione delle mense scolastiche, di fronte alle esigenze di famiglie che provengono da diverse religioni, è un test particolarmente significativo dell’emergere di nuove domande e della capacità di risposta dei soggetti pubblici e privati.